Il nostro straordinario patrimonio artistico è il risultato del connubio tra diversi fattori: artisti dalle menti e mani sopraffine sono stati capaci di superare la meraviglia della natura, ma tanta genialità ha avuto la possibilità di esprimersi e diffondersi grazie a coloro i quali, per i fini  più diversi, hanno creduto e sostenuto (soprattutto finanziariamente) pittori e scultori divenuti pilastri della storia dell’arte. Senza il contributo di questi mecenati non avremmo Giotto, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio,  Bernini e molti, molti altri.

L'immagina raffigura il Salvador Mundi - Leonardo, David - Michelangelo, Fuga in Egitto (dettaglio) Caravaggio, Angelo - Bernini

Salvador Mundi – Leonardo, David – Michelangelo, Fuga in Egitto (dettaglio) – Caravaggio, Angelo – Bernini

La Chiesa in questo percorso è stata di certo la protagonista avendo colto, forse più di chiunque altro, lo stretto legame tra potere e  capacità comunicativa delle immagini, considerato che all’epoca quasi nessuno dei fedeli sapeva leggere. La magnificenza delle chiese e la forza evocativa delle opere realizzate diventavano l’espressione della potenza e bellezza di Dio, diffondendone il culto in Terra con l’effetto di consolidare il già forte potere ecclesiastico.

L'immagina raffigura la Basilica di San Pietro - il Baldacchino del Bernini, Roma

Basilica di San Pietro – il Baldacchino del Bernini, Roma

Ma non vi fu solo la Chiesa. Nel Rinascimento i ricchi mercanti erano divenuti banchieri in grado di finanziare Papi e Sovrani in guerre e lotte di ogni genere; anch’essi avevano compreso come il potere potesse essere rafforzato e ammantato di una luce benevola quando il denaro passava attraverso la bellezza.

L'immagine raffigura unDettaglio della Venere di Botticelli, Galleria degli Uffizi, Firenze

Dettaglio della Venere di Botticelli, Galleria degli Uffizi, Firenze

Fu così che accanto alle proficue attività finanziare dei Medici e degli altri banchieri toscani –  dai Pazzi di Firenze ai Chigi di Siena – fiorirono i collaterali rapporti con il mondo della cultura e dell’arte. Gli artisti, a loro volta, erano perfettamente consapevoli che la “sponsorizzazione” giusta, quella più illustre, poteva valere la loro fortuna.

Nonostante i secoli trascorsi, le cose  non sono molto cambiate: si trattava – e si tratta tutt’oggi –  di una questione d’immagine. La realizzazione di grandi capolavori dava lustro e fama al mecenate e, talvolta, serviva a lavarsi la coscienza di fronte alla collettività e a Dio, qualora la ricchezza provenisse da fonti non sempre lecite, usura in primis.

Interessante è la storia di Agostino Chigi: senese, figlio di banchieri, già nel corso del suo apprendistato con il padre rivelò spiccate doti imprenditoriali, unite a un’educazione raffinata e a un notevole savoir faire nelle relazioni sociali.

L'immagina raffigura il ritratto di Agostino Chigi

Agostino Chigi – Ritratto

L’occasione d’oro gli si presentò quando Alessandro VI Borgia decise di passare la gestione delle finanze pontificie al banco degli Spanocchi, presso i quali il ragazzo lavorava: Agostino riuscì a conquistare la simpatia del pontefice e iniziò a finanziare il figlio Cesare Borgia.

In breve il giovane diventò molto di più del fidato banchiere del Papa: fu abilissimo nell’insinuarsi nelle maglie della gestione del potere, ottenendo importanti incarichi all’interno del Vaticano, tra cui la direzione delle saline e la gestione della dogana. Poco più tardi accettò di finanziare Alessandro VI per cifre consistenti: il mutuo avrebbe dovuto essere restituito in tre anni circa, ma il Papa risultò inadempiente agli obblighi assunti. Pare che il Chigi non abbia promosso alcuna azione di recupero del credito, optando per una diversa strategia di rientro delle somme mutuate.

Con un vero colpo da maestro, riuscì a ottenere dal Papa la concessione dello sfruttamento delle miniere di allume a Tolfa: si tratta di un minerale essenziale nella tintura delle stoffe dell’epoca da esportarsi in tutta Europa. Con questa operazione l’attività imprenditoriale di Agostino prese il volo e diventò uno dei personaggi più ricchi d’Europa.

L'immagine rappresenta leMiniere di allume di Tolfa, Pietro da Cortona

Miniere di allume di Tolfa, Pietro da Cortona

Quanto al debito di Papa Borgia, l’estinzione dell’obbligazione fu frutto di un patto  compensativo tra i rispettivi crediti liquidi ed esigibili: da un lato quanto il banchiere doveva per la concessione di sfruttamento minerario, dall’altro il suo credito per le somme erogate a titolo di mutuo. Tre tranche di compensazione e il rientro fu integrale. Un accordo perfetto.

Lo stretto rapporto con Papa Borgia poteva rivelarsi un ostacolo per gli affari di Chigi quando alla morte di Alessandro VI gli successe Giulio II. Papa della Rovere detestava il predecessore come nessun altro: ricordiamo che rifiutò persino di occupare gli appartamenti papali abitati dal Borgia, poiché ritenuti pregni di peccato e convocò Raffaello affinché provvedesse ad affrescare le sue nuove stanze private cosicché fossero rispecchiate la grandezza e la levatura morale del nuovo pontefice.

L'immagina raffigura la Stanza della Segnatura in Vaticano

Stanza della Segnatura – Raffaello, Vaticano

Anche in questa circostanza Agostino Chigi agì da fine diplomatico: conoscendo le mire espansionistiche di Giulio II, si rese disponibile a far credito al nuovo Papa, il quale accettò senza tante remore l’offerta. Il legame tra i due fu sempre forte e solido tanto è vero che il Papa inquartò lo stemma dei Chigi a quello dei Della Rovere.

Come ogni banchiere che si rispetti, Agostino fu molto attivo anche sul fronte dell’arte: intorno al 1500 acquistò un terreno in Via della Lungara a Roma dove, su progetto dell’architetto toscano Baldassarre Peruzzi, edificò la sua Villa di rappresentanza destinata ad attività culturali e divertimento. L’immobile venne realizzato su due piani e ricorda le ville medicee per bellezza e prestigio.

L'immagina raffigura Villa Chigi a Roma

Villa Chigi, detta anche la Farnesina, Roma

Villa Chigi doveva essere la celebrazione dei successi professionali di Agostino e un tributo all’amore e ai sentimenti; il banchiere affidò l’appalto per le decorazioni niente meno che al Principe delle Arti: Raffaello. L’urbinate, che non ha mai perso un’occasione per aumentare il proprio prestigio, accettò l’incarico e realizzò lo straordinario  Trionfo di Galatea, dedicato all’amata di Agostino, Francesca Oderaschi non proprio nobili origini poiché precedentemente dedita all’antico mestiere.

L'immagine rappresenta il Trionfo di Galatea - Raffaello, Villa Farnesina, Roma

Trionfo di Galatea – Raffaello, Villa Farnesina, Roma

L’affresco è un inno alla sensualità femminile  e, nonostante fosse un’opera pagana con una protagonista al quanto discinta, il Papa si recò più volte in visita alla Villa tanta era bellezza di quel luogo.

Raffaello disegnò anche i bozzetti della Loggia di Amore e Psiche che venne affrescata dal migliore dei suoi allievi, Giovanni da Udine: l’ingegnosa idea di trasformare il soffitto in un pergolato regala allo spettatore l’illusione di entrare in un parco, mentre la favola della Ninfa Psiche che si innamora del bellissimo Cupido è rappresentata in ogni dettaglio sino al lieto fine.

L'immagina raffigura il soffitto della loggia di Amore e Psiche a Villa Farnesina

Loggia di Amore e Psiche – Villa Farnesina, Roma

Villa Chigi fu un successo, vi si tennero feste e banchetti grandiosi, ma ebbe vita breve: dopo i sette anni di convivenza Agostino e Francesca di sposarono, ma lui morì un anno dopo, lei a qualche mese di distanza e la Villa fu abbandonata sino al 1579 quando venne acquista dalla famiglia Farnese, da qui il nome attuale di Villa Farnesina.

Villa Chigi fu la massima espressione dell’incontro tra due mondi, quello della finanza e quello dell’arte spesso complementari l’uno all’altro.

L'immagina raffigura un Dettaglio Loggia di Amore e Psiche - Villa Farnesina, Roma

Dettaglio Loggia di Amore e Psiche – Villa Farnesina, Roma

Ma vi è di più, la bellezza di questa storia rinascimentale sta nell’incontro di due personalità uniche: Agostino e Raffaello,  giovani, appassionati della vita e, seppur con doti diverse, entrambi fuori dal comune, entrambi geniali; forse per questo riuscirono a comprendersi e completarsi regalandoci un capolavoro che è un inno all’amore e alla più sconsiderata bellezza.

L'immagina raffigura un Dettaglio Loggia di Amore e Psiche - Disegno di Raffaello, Villa Farnesina, Roma

Dettaglio Loggia di Amore e Psiche – Disegno di Raffaello, Villa Farnesina, Roma