Il rosso è il Colore per antonomasia: simbolo d’amore, potere e passione, ma anche di pericolo, delitto e peccato. È il colore dell’opulenza e della festa, del Natale e della laurea, ma sottende anche un retaggio di violenza, ira e  sangue.

Il rosso ha trovato spazio nella storia sin dall’antichità: si racconta della terribile gelosia di Marte scatenata dall’amore di Afrodite per il bellissimo Adone. Per punire l’affronto il Dio della Guerra fece in modo di ferire a morte il giovane. Nel soccorrerlo la Dea si punse il piede con le spine di una rosa bianca: le gocce del suo sangue tinsero di rosso le rose, mentre dal sangue di Adone nacquero gli anemoni.

Anemoni, Monet

Secondo una versione diversa, dalle lacrime di Venere per la perdita dell’amato nacquero le fragole, da sempre considerate il frutto dell’amore per il colore, la forma  a cuore e la dolcezza del sapore; forse per questo Otello donò a Desdemona un fazzoletto con delle fragole ricamate e il Re Sole le abbinava alla panna ritenendole afrodisiache.

Natura morta, Fragole, Gianluca Corona

Il rosso è anche simbolo del potere: nella Roma imperiale era riservato all’Imperatore e ai condottieri; nel Medioevo era simbolo di distinzione sociale, in quanto la preparazione era molto costosa: il rosso più bello e luminoso, detto “Chermes” si ricavava dalla femmina di un insetto il “Coccus ilicis”, diffusa in Estremo Oriente, molto difficile da reperire; per questo era riservato ai Signori dell’epoca e simboleggiava il lusso per eccellenza.

In alcune città i tintori dovevano avere una licenza particolare per il rosso e a Venezia quelli che tingevano con il rosso meno pregiato ricavato dalle radici della robbia non potevano utilizzare il rosso “Chermes”.

Tra il XIII e il XIV secolo anche il Papa optò per il rosso, abbandonando parzialmente il bianco: Raffello nel 1511 nel celebre dipinto della “Barba del Papa” ritrasse un ormai anziano Papa Giulio II, mentre nel 1518 fu il turno di Leone X.

Giulio II, Raffaello, Galleria Palatina

Papa Leone X, Raffaello, Galleria degli Uffizi

Entrambi indossano il “Camauro”, il copricapo rosso foderato internamente di ermellino, tipico del Papa e destinato alle udienze private a differenza della  papalina che può essere di vari colori a seconda del grado gerarchico ed è utilizzata durante le cerimonie; anche la “Mozzetta” è rossa, pur cambiando colore e bordatura nel corso dell’anno liturgico, durante il periodo pasquale può essere damascata bianca.

Papa Ratzinger con moffetta periodo pasquale

Papa Ratzinger

Di rosso vestono  i Cardinali, Principi della Chiesa, perché sono pronti a versare il loro sangue per Cristo, mentre le calzature rosse dei Papi simboleggiano che la Cristianità si fonda sul sangue dei martiri.

Il rosso diventò il colore dei “Papisti”, inviso ai Protestanti che ancora oggi lo ritengono un colore immorale.

Nelle occasioni solenni, come l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il Primo Presidente e il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione indossano la toga di velluto rosso bordata di ermellino, con il  copricapo  di velluto nero anch’esso bordato di ermellino e guanti bianchi, mentre la toga degli altri magistrati delle Corti superiori è anch’essa rossa ma senza bordature. 

Il colore rosso e la bordatura pregiata affondano le loro radici nei simboli del potere dei regnanti, mentre oggi indicano la dignità e i gradi più elevati nella gerarchia della Magistratura.

Nello svolgimento dell’ordinaria attività processuale penale e di fronte alle Sezione Specializzate Agrarie, magistrati e gli avvocati indossano la toga nera con cordoniera d’oro per i magistrati e gli avvocati abilitati al patrocinio nelle Corti Superiori, d’argento per gli altri avvocati

Indossare la toga è sempre un onore: essa rappresenta l’altissima funzione a cui sono chiamati avvocati e magistrati nell’esercizio delle loro funzioni  e come scriveva Calamandrei “La toga, uguale per tutti, riduce chi la indossa ad essere, a difesa del diritto un avvocato: come chi siede al banco è un giudice, senz’aggiunta di nomi o titoli”.